Qualche anno fa il figlio di una mia vicina tornato a casa della madre in occasione delle feste natalizie, ci portò questo dolce. Ricordo che ne rimasi subito colpita: un pò per la forma semisferica, un pò insolita del resto, un pò per la copertura di cioccolato ( e già questa da sola sarebbe bastata per farmelo amare alla follia). Ma fu al primo assaggio che ne rimasi estasiata; una bontà unica, e per una golosa come me fu la spinta a volerlo assolutamente riprodurre in casa.
Il parrozzo è un dolce tipico abbruzzese, precisamente di Pescara, fu preparato per la prima volta dal pasticcere Luigi d’Amico, nell’intento del quale c’era la voglia di voler riprodurre in versione dolce un pane rustico preparato anticamente dai contadini. Quindi decise di utilizzare nell’impasto la farina di mais e le uova per riprodurre il colore giallo dell’interno, mentre per riprodurre la crosta esterna un pò bruciacchiata del pane scelse di ricoprirlo con una glassa di cioccolato. Sono andata alla ricerca su internet di questa famosa versione con la farina di mais, ma ho trovato diverse versioni tutte con la presenza di farina 00.
Alla fine ho scelto questa ricetta presa su coquinaria che prevede la presenza del semolino, che, come ho letto su wikipedia (dove ho attinto per la scoperta della storia di questo dolce) costituisce una delle varianti moderne più accreditate insieme, appunto, alla farina di mais. Per la preparazione del parrozzo quindi, dovrete procurarvi: uova, semolino, farina di mandorle, zucchero, un pizzico di lievito e tanto cioccolato per la copertura. E non dimenticate ovviamente lo stampo a forma di cupola, essenziale per la riuscita (almeno estetica) di questo dolce. Ve lo consiglio vivamente a noi è piaciuto tantissimo tanto che lo riproverò molto presto!