Ecco una ricetta di Carnevale che, come ad esempio quella delle frappe al forno, stranamente non prevede frittura: il migliaccio. Specialità che arriva dalla tradizione partenopea, il migliaccio è un dolce particolare a base di semola e di ricotta, molto ricco di uova (ben 10) e zucchero (750 grammi) oltre che di latte (1 litro) e burro (100 grammi). Nell’impasto sono previsti anche un pizzico di sale e una tazzina di anice o, in alternativa, di limoncello. Anche il burro poi, volendo, si può sostituire con un cucchiaio di sugna, ovvero strutto di maiale. Per la preparazione dell’impasto ci vuole una mezz’ora abbondante, mentre per la cottura in forno un’ora circa.
Questo il procedimento: dopo aver messo il latte a scaldare in una casseruola, si aggiungono il burro, lo zucchero e il liquore. Passato qualche minuto, si unisce la semola (importante: pochissima alla volta) continuando a mescolare con un mestolo di legno. Dopo una ventina di minuti di cottura, la casseruola va tolta dal fuoco e il composto lasciato intiepidire. Nel frattempo, la ricotta si passa al setaccio dopodiché s’incorporano il pizzico di sale e le uova: questo composto andrà ora miscelato a quello contenuto nella casseruola.
L’impasto così ottenuto si versa (livellandolo poi con cura) in una teglia imburrata: dopo aver fatto riscaldare il forno a 180°, il migliaccio dovrà essere cotto per un tempo che va (a seconda del tipo di forno) da un minimo di 50 ad un massimo di 60 minuti. La superficie del migliaccio a fine cottura deve diventare marrone scuro: questo è il segno che indica che il dolce è pronto per essere sfornato. Per controllare l’andamento della cottura il trucco migliore resta inoltre quello dello stecchino: l’unica accortezza è quella di aprire il forno il minor numero possibile di volte. Una volta raffreddato, il migliaccio può essere o meno spolverato di zucchero a velo: buonappetito!
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