Tutti conosciamo la margarina. Questo prodotto alimentare, sul quale se ne sono dette di tutti i colori, ha una consistenza leggermente più cremosa del burro e anche un colore più tendente al giallo, è un composto di lipidi e acqua, a base di grassi quindi, che al giorno d’oggi sono in prevalenza vegetali e saturi. In commercio esistono molti tipi di margarina, dalle versioni leggere a quelle salate, insomma, tipi di margarina buoni per ogni preparazione, anche se l’Italia è uno dei paesi che ne consuma meno in assoluto.
Da cosa dipende questa avversione? Quando si produce la margarina gli oli vegetali e i grassi vegetali non idrogenati devono essere idrogenati, attraverso un processo che si chiama indurimento. Una volta “induriti” i grassi diventano poco digeribili dal nostro organismo e quindi ecco il principale motivo nello sconsigliare l’uso della margarina: i residui grassi si accumulano nell’organismo e contribuiscono alla formazione di placche artereosclerotiche.
Ciò che possiamo dire a favore di questo alimento è che ormai la produzione risulta piuttosto sicura, in commercio sono presenti margarine non idrogenate ad esempio, ed esistono tecnologie evolute che riducono al minimo la presenza di grassi “cattivi”.
Comunque sia la margarina non è un prodotto da consumare in quantità eccessive perché i grassi vegatali idrogenati sono la causa del colesterolo cattivo, quello che aumenta il rischio delle malattie cardiovascolari.
Indipendentemente da tutti questi fattori negativi sappiamo che proprio nella preparazione dei dolci la margarina a volte è preferita al burro, da molte persone, per la sua cremosità soprattutto. A voi la scelta comunque, se consumata in piccole dosi o se utilizzata per un dolce, del quale mangeremo un paio di fette, non può essere demonizzata al punto di fingere che non esista!
Piccola curiosità: la margarina fu scoperta ai tempi di Napoleone III, che indisse un concorso, per creare un alimento, simile al burro ma più economico e che i marinai potessero portare nelle imbarcazioni per lungo tempo, senza che andasse a male. Il suo creatore fu il farmacista Hippolyte Mège, che chiamò il suo prodotto oleomargarina, riferendosi all’utilizzo che aveva fatto dell’acido margarico, scoperto da Michel Eugène Chevreul.