L’orzo è un cereale ricavato da una pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle graminacee. Caratterizzato da una maturazione più veloce rispetto a quella degli altri cereali, si adatta bene sia alle basse che alle alte temperature ed è inoltre piuttosto resistente in caso si trovi sottoposto a periodi, anche piuttosto lunghi, di siccità: questa rosa di qualità di riguardo ha fatto sì che, nel tempo, l’orzo sia stato coltivato un po’ ovunque e l’Italia, in particolare, può dirsi attualmente annoverata fra i grandi produttori di questo cereale. Qui, così come in gran parte d’Europa, la varietà più diffusa di orzo è quello perlato: gustoso e caratterizzato dalla rimozione della pellicina che in natura ricopre ogni chicco, al contrario di quello integrale è povero di sostanze nutritive, ridotte a causa del processo di lavorazione a cui viene sottoposto prima della messa in commercio. Esiste infine un terzo tipo e ultimo tipo di orzo, ovvero quello decorticato. Il valore energetico, invece, è alto: 35o calorie medie per ogni 100 gr di prodotto, composto essenzialmente da carboidrati (65 %), acqua (12%) e proteine (10%).
Ricco di vitamine (soprattutto del gruppo A e di quello B), l’orzo contiene anche una molecola conosciuta come tocotrienolo, fortemente sospettata di avere una grossa azione inibitrice nei confronti del colesterolo cattivo del fegato. Essendo altamente nutritivo, è molto indicato nella dieta di bambini e anziani perché contribuisce, su tutti, alla rimineralizzazione delle ossa e alla stimolazione della memoria. Contenendo glutine, non è invece adatto a chi soffre di celiachia. L’orzo ha anche un buon fattore antinfiammatorio: fare gargarismi con il suo decotto può aiutare nella cura del cavo orale irritato. In cucina, anche se continua ad essere usato decisamente meno di quanto meriterebbe, si impiega essenzialmente nella preparazione di minestre e zuppe calde, insalate fredde, creme, dolci e biscotti.
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