Mi sembrava impossibile, ma stamattina quando mi sono alzata ho trovato il cielo coperto e poco dopo, avvertito un certo freschino, ho sentito il rumore della pioggia che cadeva sul tetto. Quanto tempo è passato dall’ultima volta che era successo? Non me lo ricordo, perché ho alle spalle un’estate così calda che in certi giorni mi è sembrata interminabile. Casa, pomeriggio libero in una giornata uggiosa: che fare, a parte avviare un paio di lavatrici arretrate? A occhio e croce direi un po’ di pulizie, una lunga telefonata e poi, accesa la radio, un esperimento di cucina nuovo che, se tutto va bene senza disastri, sfodererò domani a fine pranzo: il gelo alla cannella.
Dico domani perché il primo passaggio della preparazione consiste nel lasciar riposare, il tempo di una notte, 3 stecche di cannella fatte bollire per 5 minuti in 800 ml d’acqua. Trascorse le ore necessarie, a questo decotto iniziale vanno incorporati 65 gr di amido di frumento e 140 gr di zucchero, e il composto ottenuto deve essere quindi portato lentamente – cioè a fiamma dolce – ad ebollizione: per evitare grumi, in questa fase di cottura è necessario mescolare spesso, aiutandosi con un mestolo o un grosso cucchiaio di legno.
Passato il punto di abollizione, la cottura si continua fino al momento in cui il composto non inizi ad addensarsi: è in quel punto che la fiamma va spenta. Fatto questo si aggiungono 2 cucchiai di acqua di gelsomino, che servono invece ad aromatizzare il sapore del gelo. La crema è pronta: non resta altro da fare che lasciarla intiepidire, versarla in 6 stampi da budino precedentemente unti con olio di mandorle dolci (che non deve essere abbondante, ma appena passato sulle superfici) e farla rassodare in frigo per qualche ora. Ogni gelo si può servire sformato su un piatto da portata o direttamente nella coppetta in cui è rassodato: si decora a scelta con cannella in polvere, oppure pistacchi e cioccolato fondente grattugiato.