Lezioni di cioccolato 2, al cinema dall’11 novembre

lezioni di cioccolato 2 recensione

Pareri discordanti viaggiano intorno a questo film, Lezioni di cioccolato 2. Sicuramente possiamo affermare che ci vuole un grande coraggio nel firmare un secondo capitolo, quando non si tratta di saghe romanzesche o di supereroi, e soprattutto ci vuole grande coraggio a farlo in Italia, visto che il cinema nostrano sforna prodotti spesso simili e poco innovativi. Lezioni di cioccolato 2 si pone a metà strada tra la classica commedia italiana degli equivoci e la riflessione sociale sull’immigrazione e sull’integrazione del diverso, il tutto raccontato grazie allo sfondo cremoso e suggestivo della lavorazione del cioccolato, mossa a mio parere ben riuscita. Ma partiamo dalla trama.

 

lezioni di cioccolato 2 recensioneMattia (Luca Argentero) e Cecilia (Violante Placido) non stanno più insieme, lui lavora ancora, senza passione, nel settore edile e il suo ormai amico Kamal (Hassani Shapi) ha aperto la sua cioccolateria, in cui non mette piede nessun cliente. L’arrivo della figlia di Kamal, Nawal (Nabiha Akkari), sconvolge le vite dei due uomini: Mattia se ne innamora, dando così vita alla commedia degli equivoci visto che chiede consigli al suo amico per conquistare la splendida ragazza egiziana… peccato che Kamal non sappia di dispensare consigli proprio su sua figlia! Alla fine sarà proprio la ragazza a risollevare le sorti della cioccolateria e il lieto fine è preannunciato per tutti!

I critici sono tutti d’accordo nell’esprime apprezzamenti per la sostituzione della protagonista femminile, Violante Placido non era piaciuta quasi a nessuno, mentre Nabiha Akkari è stata molto apprezzata. Inoltre, sicuramente il modo delicato in cui vengono affrontate le tematiche razziali diventa un punto di forza del film, che però si perde un po’ nella parte comica, che salta tra alti e bassi, ma sicuramente la presenza di Vincenzo Salemme e Angela Finocchiaro contribuisce a soddisfare un pubblico che chiaramente punta a questo film per divertirsi e non sta a fare troppe considerazioni sulla trama o su quanto la storia possa calare e rimontare nelle varie fasi del lungometraggio.

Come detto prima trovo che lo sfondo del cioccolato sia una trovata cinematografica ben sfruttata (e ringraziamo ancora la Perugina per questo), un modo per accompagnare la narrazione in grado di renderla sofisticata quando serve e anche laboriosa, visto che la cioccolateria è un’arte vera e propria che va conquistata con fatica, la stessa fatica che serve per integrarsi in un nuovo paese, per innamorarsi e per far decollare un’attività in tempo di crisi.

Insomma, guardate il film e poi fatemi sapere cosa ne pensate!

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