O meglio, la ricetta che ho trovato e sperimentato su un libro di cucina regionale, che, a prima lettura mi ha lasciata un pò perplessa per via dell’aggiunta della panna all’impasto, che le volte (poche) in cui ho provato a preparare il pandoro in casa non avevo mai messo. Ma considerata la mia cocciutaggine quando mi metto in mente di preparare qualcosa e soprattutto considerato il fatto che la ricetta mi sia sembrata fin da subito affidabile già a leggere il procedimento, ho ceduto al libro “Le Ricette Regionali Italiane” dove appunto ho scovato la ricetta originale del pandoro.
Il sapore è identico, così come la consistenza, soffice soffice. Ma vi avverto: il lavoro che c’è dietro non è affatto veloce, non difficile, ma le varie lievitazioni vi prenderanno un giorno intero. Nulla di male però, considerato che il risultato è più che soddisfacente. Vi consiglio solo di seguire alla lettera le istruzioni, comprese le dosi precise ed impeccabili, e di non avere fretta, pena la buona riuscita del pandoro.
La vanillina prevista nella ricetta l’ho sostituita con i semini di mezza bacca di vaniglia, la preferisco di gran lunga alla prima perchè trovo dia un sapore più intenso e meno artificiale. Il tempo previsto per ogni lievitazione è di circa 2 ore, ma ciò che dovete tenere presente è che l’impasto dovrà raddoppiare di volta in volta, per cui ogni lievitazione potrebbe durare anche 1 ora in più.
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