Freddo e piogge fuori stagione anche nel mese di maggio non hanno fatto altro che azzerare del tutto la produzione di miele, da Nord a Sud del Paese.
Questo l’allarme lanciato dalla Coldiretti a ridosso di un mese che sembra essere più che altro autunnale: la produzione del miele è stata azzerata a causa dell’andamento climatico siccitoso del mese di marzo e poi dall’andamento capriccioso del tempo con vento, pioggia e sbalzi termici per aprile e maggio.
Condizioni che non hanno consentito alle api neanche di trovare nettare sufficiente da portare nell’alveare. Questo l’allarme a ridosso della giornata mondiale delle api che si festeggia il 20 maggio a livello planetario, dopo la sua istituzione dall’Onu nel 2018: una giornata istituita per poter ricordare l’importanza delle api e e del miele e che quest’anno è stata particolarmente penalizzata. Il maltempo ha compromesso diverse fioriture non consentendo alle api neppure di poter raccogliere il nettare per la preparazione del miele. E quel poco miele che sono riuscite a produrre, ricorda la Coldiretti, viene mangiato dalle api per poter cercare di sopravvivere a un tempo così terribile.
Il danno arriva poi anche a proporti come mele, pere, mandorle, agrumi, pesche, kiwi, castagne, ciliegie, albicocche, susine, meloni, cocomeri, pomodori, zucchine, soia, girasole e, colza perché, come ricorda la Coldiretti, si tratta di prodotti che dipendono completamente o in parte dalle api per la produzione dei frutti.
La Coldiretti ricorda che nelle campagne italiane ci sono 1,2 milioni gli alveari curati da 45.000 apicoltori tra hobbisti e professionali con un valore stimato in più di 2 miliardi di euro per l’attività di impollinazione alle coltivazioni, me le importazioni dall’estero che nel 2018 sono risultate pari a 27,8 milioni di chili con netto aumento del 18% rispetto all’anno precedente. E sembra che lo scenario sarà simile anche quest’anno.
MIELE, TRE COLAZIONI DA PROVARE