Il kiwi, dolcissimo oro verde

Kiwi

Kiwi

Il kiwi (Actinidia Chinensis) è un frutto dalle proprietà vitaminiche interessanti. Per esempio, contiene circa il doppio di quantità di vitamina C che c’è mediamente in un’arancia, ed è ricco di vitamina B9, nota anche come acido folico (o folacina) e necessaria alle donne incinte per  portare avanti uno sviluppo del feto ottimale contrastando l’insorgere di disfunsioni come la spina bifida. Il kiwi ha dalla sua anche una buona presenza di potassio, utile per gli sportivi e per chi soffre di depressione, di magnesio, attivo contro lo stress, e di antiossidanti, che tuttavia si mantengono integri solo se il kiwi viene mangiato subito dopo la sbucciatura: lasciare la polpa esposta all’aria impoverisce infatti rapidamente la loro azione di resistenza ai radicali liberi.

Il farro, antico cugino del grano

Farro

Farro

Il farro, cereale coltivato fin dal lontano 5000 A.C. ed estremamente diffuso in Europa centrale e meridionale nei secoli compresi fra l’Età del Bronzo e l’Alto Medioevo, appartiene alla famiglia delle Poaceae, e rientra in particolare nel genere Triticum. Probabilmente originario della Turchia, si divide in 3 grandi tipologie: farro piccolo (Triticum monococcum), medio (Triticum dicoccum) e grande (Triticum spelta).

L’ananas, frutto tropicale

ananas

ananas

L’ananas è un frutto curioso, difficile da aprire e da sbucciare, ma buonissimo e dalle molteplici proprietà benefiche. Originario del Sud America l’ananas era già conosciuto ai tempi dei Maya e degli Aztechi e venne visto per la prima volta da Cristoforo Colombo, nell’Isola di Guadalupa, nel suo secondo viaggio delle Americhe e così grazie ai Portoghesi e agli Spagnoli si diffuse anche in europa.

L’ananas viene consumato fresco ma la sua produzione in scatola è da record. E’ infatti il frutto in scatola più consumato da noi europei, anche se una volta sciroppato perde la sua caratteristica di frutto poco calorico! Inoltre viene prodotto in grandi quantità anche a cubetti, per essere inserito, sempre fresco o sciroppato, nelle macedonie.

Quando acquistiamo l’ananas bisogna prestare molta attenzione alla buccia, che non deve essere tendente al verde o al grigio, perchè vuol dire che il frutto è acerbo, e non deve essere nemmeno troppo marrone, perchè così è invece troppo maturo; la colorazione ideale è con delle sfumature arancioni, e inoltre per acquistare un ananas di buona qualità bisogna avvicinare il naso alla buccia, è infatti possibile sentire il suo odore caratteristico.

La nocciola, compagna fedele del cioccolato

nocciola

nocciola

La nocciola è il frutto del nocciolo, un albero che l’uomo coltiva fin dalla notte dei tempi. Le origini del frutto e dell’albero della nocciola risalgono a ben 5000 anni fa, in Asia, luogo in cui sono stati trovati dei manoscritti che parlano proprio di questa pianta. Il bacino del mediterraneo, grazie al suo clima, è uno degli habitat prediletti del nocciolo, infatti paesi come la Spagna, l’Italia e la Turchia sono tra i maggiori produttori. In Italia le regioni con la produzione più vasta sono il Lazio e il Piemonte, e in quest’ultima regione nasce proprio la famosa nocciola tonda gentile delle Langhe, prodotto IGP, che oltretutto è quella che ha dato vita al gianduia.

Come tutta la frutta secca anche la nocciola è molto ricca i grassi, la maggior parte monoinsaturi. Contiene, così come le mandorle, una buona quantità di vitamina E ed è fonte di fitosteroli, sostanze molto importanti nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Inoltre proprio i grassi monoinsaturi possono contribuire nell’abbassare il livello del colesterolo LDL e dei trigliceridi. Insomma, se non fossero così altamente caloriche le nocciole potrebbero essere considerate quasi un alimento “sano” e di quelli consigliati, come l’aglio, nei supporti alle cure di queste patologie citate.

Maizena, la farina bianca di granturco

maizena farina granturco

maizena farina granturco

La maizena, che conosciamo anche come amido di mais, è una farina bianca precotta che si ottiene grazie alla lavorazione del granturco.  La maizena è l’alimento ideale per sostituire la farina quando dobbiamo cucinare per persone celiache, infatti chi è intollerante al glutine non lo è anche alle proteine del mais.

Comunque sia la maizena non viene utilizzata solo nelle preparazioni per celiaci, infatti esistono numerose ricette e preparazioni che comprendono l’amido di mais da utilizzare in parti uguali, o a volte inferiori, rispetto alla farina di grano. Solitamente la maizena va sciolta in un liquido freddo, quindi acqua, latte, ma anche brodo, per una preparazione salata, prima di essere unita agli altri ingredienti, inoltre l’amido di mais si addensa molto velocemente e quindi nella cotture il tempo necessario, rispetto a quello che ci vorrebbe per la farina, è dimezzato.

Una ricetta molto nota che comprende l’utilizzo di maizena è quella delle crepes, preparate per i celiaci, in più in questa preparazione a volte si utilizza il latte di soia, rendendo queste frittelle dolci così adatte anche a chi è intollerante al latte.

Gianduia, quando il cacao incontra la nocciola

gianduia

gianduia

Tutti conosciamo il gianduia e visto che ormai sono torinese di adozione non potevo fare a meno che tessere le lodi di questo prodotto e raccontarne la storia.

Il gianduia nasce nel 1806. Napoleone, alla fine del Settecento, aveva imposto un blocco economico per l’importazione di prodotti  che provenivano dalla Gran Bretagna e dalle sue colonie, e a quel punto era diventato molto difficile reperire il cioccolato e inoltre anche i prezzi erano incredibilmente lievitati. Fu così che alcuni pasticcieri torinesi sostituirono una parte di cacao con la nocciola tonda gentile delle Langhe, molto gustosa ma soprattutto molto economica. Ecco che nacque il gianduia.

Caffarel poi, nel 1852, grazie al cioccolatiere Michele Prochet, perfezionò ulteriormente il prodotto, tostando le nocciole da utilizzare e macinandole molto finemente. Proprio grazie alla Caffarel nacque anche il rinomato cioccolatino, il gianduiotto, che la leggenda vuole generato da un colpo di cucchiaio dato in modo molto sapiente.

La regina della pasticceria: la panna

panna

panna

La panna: regina indiscussa della pasticceria. Ingrediente fondamentale per le più belle decorazioni e per le più ricche farciture. Ma andiamo a scoprire come nasce la panna e quali sono le diverse qualità e consistenze che utilizziamo abitualmente in cucina.

La panna, conosciuta anche come crema di latte, è la parte grassa del latte. Tenendo il latte fresco al riposo la sua parte grassa affiora, anche se questo procedimento avviene anche per centrifugazione, e proprio per velocizzare i tempi produttivi al giorno d’oggi la panna si ottiene principalmente in questo modo. Le molecole di grasso si separano e il prodotto ottenuto contiene circa il 30% di grassi.

La panna montata, dalla soffice consistenza, molto utilizzata in pasticceria, si ottiene invece incorporando aria alla panna, e inoltre molto spesso alla panna montata vengono aggiunti zucchero o zucchero a velo.

Margarina, non solo burro

margarina

margarina

Tutti conosciamo la margarina. Questo prodotto alimentare, sul quale se ne sono dette di tutti i colori, ha una consistenza leggermente più cremosa del burro e anche un colore più tendente al giallo, è un composto di lipidi e acqua, a base di grassi quindi, che al giorno d’oggi sono in prevalenza vegetali e saturi. In commercio esistono molti tipi di margarina, dalle versioni leggere a quelle salate, insomma, tipi di margarina buoni per ogni preparazione, anche se l’Italia è uno dei paesi che ne consuma meno in assoluto.

Le mandorle, frutta secca zuccherina

mandorle

mandorle

La frutta secca è molto amata nella nostra cultura, siamo soliti consumarla in grandi quantità nel periodo natalizio e mandorle, nocciole e noci, così come il resto della frutta secca, sono tra gli ingredienti prediletti per arricchire anche le torte più semplici.

Le mandorle, in particolare, che raccogliamo nel periodo tra agosto e settembre, vengono utilizzate per moltissime preparazioni, nei biscotti, nei pasticcini, senza dimenticare la pasta di mandorle e il marzapane, passando anche dai prodotti più particolari come i confetti o il latte di mandorle. Questo sciroppo, che si prepara con le mandorle della qualità più dolce con aggiunta di zucchero, e che consumiamo mescolandolo con acqua fresca, diventa una bevanda molto dissetante e anche molto energetica. Le mandorle infatti sono ricche di proteine, e contengono una buona quantità anche di minerali quali ferro, magnesio e calcio e vitamine fondamentali, quelle del gruppo B1 e B2. Nonostante tutte queste doti non possiamo dimenticare però che come tutta la frutta secca anche le mandorle sono particolarmente caloriche e quindi è bene che non vengano comunque consumate in quantità eccessive.

La mora, il frutto dalle sottospecie infinite

mora

mora

Andando a cercare informazioni sulla mora sono rimasta colpita, per non dire scioccata, dall’incredibile numero di sottogeneri e sottospecie di questa pianta. La mora, conosciuta come Rubus, ovvero la mora di rovo, appartiene al genere di piante della famiglia delle Rosaceae, che abbiamo imparato a conoscere grazie alla fragola, l’albicocca, la pesca e il lampone. Innanzi tutto facciamo la prima distinzione proprio tra questa mora, che cresce spontaneamente nei boschi e nelle campagne, e la mora di gelso (nota come Morus), che viene invece coltivata, visto che le foglie del gelso sono l’alimento cardine del baco da seta. Tornando al nostro frutto di bosco, le specie identificate del genere Rubus sono 4, con 14 sottogeneri e il sottogenere principale è diviso in 12 sezioni. All’interno di queste numerose suddivisioni troviamo frutti e fiori diversi e infatti anche girando per i mercati troviamo more più scure e più chiare, con varie sfaccettature di sapori, e adesso sappiamo anche il perchè: derivano probabilmente da piante, cespugli e rovi che generano frutti di specie diverse.

Indipendentemente da questa curiosità scientifica le more, come tutti i frutti di bosco, hanno trovato il loro utilizzo in cucina solo in epoche più moderne, e questo dipende proprio dalla loro diffusione. Essendo frutti facili da trovare sulle colline e nelle campagne, crescendo spontaneamente, erano considerati adatti alla “plebe”, che li raccoglieva e li utilizzava con frequenza, e quindi le famiglie ricche e nobili preferivano utilizzare e gustare della frutta da coltivazione, considerata migliore, rispetto a quella che cresceva tra i cespugli. Fortunatamente non esistono più queste distinzioni, e possiamo godere delle more e trovarle disponibili per le nostre preparazioni dolci.

I frutti di bosco: il lampone

lampone frutti bosco

lampone frutti bosco

Comunemente immaginiamo che il lampone sia un frutto estivo, sarà perchè lo associamo alle fragole, sarà perchè i dolci alla frutta sono i più gettonati in estate e i frutti rossi e i frutti di bosco sono i più scenografici per decorare una torta o una crostata. La credenza comune è sbagliata invece, senza voler andare a indagare sull’etica che mette a disposizione ogni tipo di frutta e verdura in ogni stagione dell’anno, diciamo solo che l’arbusto da cui nasce il lampone, appartenente alla famiglia delle Rosaceae, fiorisce tra maggio e giugno ma genera i frutti tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, quindi il lampone è un frutto autunnale.

Estremamente conosciuto in cucina, nella preparazione di dolci, il lampone in realtà, utilizzato in fitoterapia è utile per favorire la diuresi e favorisce il lavoro del fegato, è ricco inoltre di Vitamina C, tannini e acidi organici.

Come sempre ci soffermiamo prima sulla parte di lavorazione del frutto, ottime infatti le marmellate e le confetture, gli sciroppi, che in estate contribuiscono alla perfetta riuscita di bibite casalinghe (e perchè no anche ghiaccioli) e andiamo a vedere anche tutti gli altri possibili utilizzi in cucina del frutto, intero e non scomposto!

Le prugne, il frutto zuccherino

prugna

prugne

Le prugne sono il frutto che arriva dal susino, altro albero del genere Prunus, come l’albicocco e il pesco, fa sempre parte quindi della famiglia delle Rosaceae e il nome della sua specie è Domestica. I frutti del susino sono appunto conosciuti come prugne, ma anche come susine, nome che tutti ben conosciamo e la dicitura nel nostro paese dipende molto dalle tradizioni regionali.

Le prugne sono un frutto incredibilmente zuccherino, infatti non è molto consigliato per chi segue un regime dietetico dimagrante. Sono ricche di vitamine, A, B1, B2 e C e inoltre contengono anche molti sali minerali, come calcio, magnesio, potassio e fosforo. La polpa del frutto è un toccasana per il fegato oltretutto, perchè aiuta questo nostro organo nel processo di secrezione biliare. Tra le altre proprietà non possiamo dimenticare, oltre a quelle rinfrescanti, essendo un frutto prettamente estivo, anche quelle lassative: basti pensare alle ottime prugne secche che oltre ad essere deliziose sono uno dei rimedi più dolci e piacevoli per chi ha problemi di intestino!

Le specie di susina più conosciute e diffuse nel nostro paese sono:

  • La Goccia d’Oro, dalla buccia gialla e sapore molto dolce;
  • La California Blue, di colore tra il blu e il viola e dalla forma piuttosto arrotondata;
  • La San Pietro, nota per la sua veloce maturazione;
  • La Fiorentina, dalla buccia rossa e consistenza pastosa della polpa;
  • La Rusticana, dai piccoli frutti a buccia gialla.

Quando acquistate le prugne, di qualsiasi famiglia, badate bene che il colore della buccia sia quello caratteristico della specie che avete scelto e inoltre la polpa dovrà essere morbida, ma non in modo eccessivo, per poterle conservare in frigo almeno 6-7 giorni e non doverle consumare immediatamente perchè troppo mature.

Zucchero a velo, indispensabile rifinitura per dolci

zucchero a velo decorazione torte

zucchero a velo decorazione torte

Lo zucchero a velo altro non è che zucchero ridotto in polvere. Questo processo semplicissimo contribuisce a rendere i n0stri dolci così speciali, in particolar modo le torte della nonna, le crostate, i bomboloni o krapfen che siano, le frittelle, le crepes… insomma, questa polvere bianca, dolce e molto spesso aromatizzata alla vaniglia, è diventata un’ingrediente fondamentale per le nostre preparazioni dolci, anche per rimediare a qualche piccola imperfezione in superficie, diciamolo pure! Sicuramente sarà capitato a tutti di coprire un incrocio di pasta su una crostata che non è proprio venuto benissimo oppure decidere di spolverizzare un muffin con lo zucchero a velo perchè la superficie non è proprio bellissima, ma troppo gonfia o troppo spigolosa!

Insomma, ottimo alleato dei pasticcieri e di chi ama preparare i dolci in casa, come me, lo zucchero a velo si presta alla decorazione di quasi ogni tipo di dolce, e in più, è l’ingrediente principale per preparare le creme di burro e le glasse, il fondente di zucchero, insomma, è davvero il re delle decorazioni!

La ciliegia, dolce frutto dell’estate

ciliegia

ciliegia

La ciliegia, frutto del ciliegio (altra pianta del genere Prunus, come per l’albicocco e il pesco, sottogenere Cerasus), è conosciuta non solo in Italia in molte forme dialettali, ma anche in altri paesi europei, come Cerasa. Questo nome deriva dalla città del Ponto (Turchia) luogo da cui, molto probabilmente, è partita l’esportazione del frutto, in epoca Romana.

Esistono due varietà di alberi di ciliegio. Una prima che è quella del ciliegio dolce, da cui nascono i frutti che conosciamo bene e che mangiamo come frutta fresca; c’è poi il ciliegio amaro, che invece genera le amarene e le marasche (nomi che ben conosciamo e ci fanno pensare allo sciroppo alle amarene, gettonatissimo in estate, e al maraschino).

La ciliegia è un frutto rosso e tondo, che può assumere colorazioni dalle più chiare alle più scure, sia internamente che esternamente, a seconda del punto di maturazione oppure della varietà della coltivazione, ben note ad esempio le ciliegie giallo chiaro di origine piemontese, oppure quelle rosso scuso, intenso, che arrivano dall’Emilia. Quando la polpa è più chiara, a volte anche bianca, il sapore acido della ciliegia aumenta, mentre quando troviamo le ciliegie dal colore rosso intenso possiamo assaporare la loro dolcezza, che non stanca mai, forse proprio perché conserva una nota di acidulo che non le rende mai stucchevoli.