I taralli al naspro sono ciambelline preparate con un impasto aromatizzato all’anice e rivestite di una glassa – il naspro appunto – fatta a base di zucchero, acqua e limone: tipiche della Basilicata, si sfornano per tradizione proprio durante i giorni delle feste di Carnevale. Per fare l’impasto ci vogliono farina, uova, sale, zucchero e liquore all’anice, mentre per la glassatura occorrono invece dell’altro zucchero, un po’ d’acqua, del succo di limone e l’intera scorza grattugiata di quest’ultimo.
A differenza della stragrande maggioranza delle specialità dolci di Carnevale come ad esempio le frappe, le frittelle di riso, le castagnole, le cattas e i krapfen, i taralli al naspro non si friggono ma si cuociono in forno. Per farli, infatti, servono appunto il forno, una teglia per la cottura e un pentolino dove glassarli: non c’è bisogno dunque nè di padella e neppure di l’olio di semi, una costante quasi irrinunciabile quando di Carnevale si tratta.